Come procede la sperimentazione sul superamento dei livelli alla Scuola media?
15 gennaio 2024
Nel febbraio del 2023 il Gran Consiglio ha dato via libera alla sperimentazione per il superamento dei livelli alla scuola media, che si svilupperà sull’arco di due anni a partire dall’anno scolastico 2023/2024. La sperimentazione mette al centro la codocenza in matematica e tedesco, da implementare nelle sedi che avrebbero aderito su base volontaria.
Il rapporto di maggioranza della Commissione formazione e cultura chiedeva esplicitamente alle sedi coinvolte di implementare i seguenti modelli di codocenza:
1. La codocenza in contemporanea applicata durante tutte le 5 unità didattiche (UD) settimanali in matematica e durante le 3 UD settimanali in tedesco.
2. La codocenza svolta a gruppi ridotti dividendo fisicamente le classi in due gruppi e con due docenti distinti per tutte le 5 UD di matematica, rispettivamente le 3 UD di tedesco;
3. La codocenza con due docenti in presenza proposta e applicata solo per alcune delle UD delle due materie mentre le altre UD si svolgono secondo le modalità ordinarie, ma sempre in classi eterogenee;
4. Il sistema degli indirizzi opzionali che, nell’ambito dell’applicazione pratica delle varianti didattiche sopra ricordate, potrà essere applicato in modo flessibile, proponendo percorsi didattici a scopo orientativo scelti in accordo tra docenti e allievi sulla base dei loro interessi, delle loro inclinazioni e delle possibilità formative post-obbligatorie.
Con l’approvazione del Gran Consiglio si chiedeva di istituire un gruppo di accompagnamento composto da tutte le componenti della scuola (genitori compresi) e il DECS. Si postulava pure la presenza di un ente didattico-pedagogico competente e riconosciuto a livello nazionale in materia, ma esterno al Cantone, come ad esempio l’Alta scuola pedagogica del Canton Grigioni.
Nel marzo del 2023 il Governo ha comunicato che la sperimentazione avrebbe coinvolto le classi di terza media delle sedi di Acquarossa, Ambrì, Bellinzona 2, Caslano, Chiasso e Massagno.
Alla luce di quanto sopra, ci permettiamo di chiedere al Lodevole Consiglio di Stato:
1) Sembrerebbe che uno dei modelli decisi dal Gran Consiglio non venga sperimentato. È confermata questa notizia? Se sì, per quale motivo il Dipartimento ha avallato l’avvio della sperimentazione senza considerare compiutamente le decisioni del Parlamento? Chiediamo, comunque, di esplicitare quali modelli sono sperimentati e in quali sedi.
2) Nelle sei sedi, quanti direttori sono coinvolti in qualità di docenti nella sperimentazione?
3) Nella sperimentazione sono coinvolti anche docenti in formazione presso la SUPSI-DFA oppure altre tipologie di docenti non ancora abilitati all’insegnamento? Se sì, da chi sono affiancati? Come si valuterà l’oggettività dei dati che risulteranno dall’insegnamento di docenti non ancora formati? Non si ritiene che coinvolgere docenti non abilitati oppure non nominati possa mettere questi ultimi in una posizione tale da non poter esprimere posizioni critiche al progetto? Oppure ancora che questi profili non siano adatti per intraprendere la sperimentazione?
4) Chi valuta la sperimentazione? Come deciso dal Parlamento, è coinvolta anche un’entità all’esterno del Cantone? Se sì, quale?
5) In questa valutazione è previsto il confronto con i risultati raggiunti nelle sedi in cui non è in atto la sperimentazione? Come si intendono paragonare i dati tra gli allievi interessati dalla sperimentazione e quelli che svolgono ancora l’attuale curricolo?
6) È essenziale che la valutazione della sperimentazione non si concentri solo sul raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dal Piano di studio della scuola dell’obbligo, ma pure verso obiettivi più ambiziosi ed approfonditi, evitando cioè di abbassare il livello e le competenze richieste. In questo senso, vi sarà un confronto con gli allievi che non sono classi sperimentali e che frequentano i livelli A? Chi sarà garante del raggiungimento degli obiettivi minimi ma pure degli obiettivi “di sviluppo” del Piano di studio?
7) C’è l’intenzione di sperimentare anche in altre sedi il prossimo anno scolastico? In particolare, si pensa di scegliere casualmente altre sedi sperimentali in maniera tale da oggettivizzare maggiormente i risultati? Nel caso la sperimentazione venisse estesa ad un secondo anno, possibilmente con il coinvolgimento di altre sedi, il modello eventualmente non sperimentato (vedi domanda 1) verrebbe riconsiderato? Se no, perché?
8) Quali saranno i termini di paragone finali per definire se il nuovo modello è migliore del precedente?
9) Come si intende gestire il problema dell’aumento della necessità di spazi qualora la sperimentazione dovesse avere successo, visto che già oggi le sedi sono a corto di spazi?
10) Si pensa davvero che si riuscirà a colmare la necessità di docenti di matematica e tedesco (vedi appello lanciato dal responsabile del DFA Alberto Piatti prima del periodo natalizio)?
11) In un momento di crisi finanziaria, come si pensa di arginare il notevole costo in più che sarebbe generato qualora si decidesse di rendere operativa la nuova struttura?
12) Corrisponde al vero che per il finanziamento della sperimentazione (2.4 mio. fr.) si sono utilizzati i sussidi federali per la formazione professionale e destinati a finanziare gli investimenti di questo settore formativo?
Aron Piezzi
Diana Tenconi, Tiziano Zanetti, Paolo Ortelli e Alessandro Speziali