Mozioni

Nuove idee per la tutela dei vigneti tradizionali

18 luglio 2023

Lo scorso 15 marzo il Consiglio di Stato ha bocciato la proposta – scaturita da una mozione di Aron Piezzi e cofirmatari del 2019 – di creare un fondo per incentivare la salvaguardia e la gestione dei vigneti tradizionali, approvata dal Parlamento e sostenuta dal mondo vitivinicolo e agricolo. Un settore, quest’ultimo, che è sempre in prima fila per trovare nuove soluzioni e che si mette continuamente in gioco per essere innovativo (vedi per esempio il progetto ViSo Ticino - Viticoltura Sostenibile Ticino, accettato dal Parlamento il 14.12.2022).

È perciò deludente la scarsa sensibilità paesaggistica del Governo a una tematica, quella dei vigneti tradizionali, che oggi è fortemente a rischio di salvaguardia, arrischiando quindi di banalizzare ulteriormente il territorio a scapito della qualità diversificata del paesaggio. In Ticino il bosco ha già raggiunto la quota del 53% del totale della superficie ed è in continuo aumento, proprio a discapito anche dei vigneti che si vogliono invece tutelare.

Evidentemente siamo coscienti della critica situazione finanziaria del Cantone e prima di pensare a nuovi oneri occorra cautela.  

Tuttavia rileviamo alcuni aspetti insoddisfacenti e incomprensibili nell’agire del Governo.

Innanzitutto la mozione “Proposta di istituire un fondo cantonale che incentivi la salvaguardia e la valorizzazionbe dei vigneti tradizionali”, su preavviso favorevole della Commissione ambiente, territorio ed energia, era stata approvata all'unanimità (un astenuto) dal Gran Consiglio nel 2021. Le conclusioni erano chiare: oltre a contribuire con Fr. 74'000 alla conclusione dello studio dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL “Analisi delle difficoltà gestionali e del valore ecologico-paesaggistico dei vigneti del Canton Ticino e del Moesano”, era richiesto di “valutare, durante la fase di studio, gli strumenti più opportuni da introdurre volti a salvaguardare i vigneti tradizionali, esaminando il monitoraggio già effettuato dal Dipartimento sulla sponda destra di Gordola, nell'imbocco della Verzasca e nella bassa Vallemaggia, considerando, al di là di pagamenti diretti, ulteriori incentivi finanziari applicabili alla casistica della presente mozione.

Lo studio del WSL è stato nel frattempo concluso e presentato ai servizi competenti nel 2022. Il Governo, nella sua presa di posizione del marzo del 2023, espone una serie di criticità su tale studio. Non è nostra intenzione entrare nel merito della questione, nella consapevolezza che lo studio aveva come obiettivo di proporre un approccio metodologico e che eventuali discrepanze con i dati in possesso del Cantone non sarebbero di certo di impossibile risoluzione. Discrepanze di metodo che, tra l’altro, sarebbero dovute emergere già nel primo progetto pilota effettuato dal WSL nel Bellinzonese, Moesano, Locarnese e Valli. Inoltre basterebbe sedersi al tavolo, affrontare tali incomprensioni ed individuare contromisure e soluzioni. Nella sua presa di posizione, inoltre, il Governo non entra nel merito della proposta di analisi del valore ecologico dei vigneti, secondo aspetto importante contenuto nello studio WSL, rimandando la problematica a eventuali progetti di paesaggio locale promossi da Comuni, Patriziati, associazioni o fondazioni.

È deludente che il Governo, nonostante i ripetuti interventi del capofila dei mozionanti, prima di giungere alle sue conclusioni non abbia più coinvolto gli attori del settore (Federviti, IVVT, AVVT, WSL): avrebbero senz'altro potuto fornire utili indicazioni e, perché no, individuare altre piste per contribuire finanziariamente alla costituzione del "fondo". Ritrovarsi con la decisione già presa dall'autorità cantonale non è stato certamente un buon segnale di collaborazione.

Sorprende, inoltre, che nella risoluzione governativa si faccia riferimento solo ai pagamenti diretti (PD, di competenza della Sezione dell’agricoltura del DFE) quale strumento a sostegno dei vigneti impervi. I vigneti tradizionali sono notoriamente di proprietà di hobbysti, che non beneficiano dei PD. I dati dello studio del WSL in merito, riportati nella risoluzione governativa, sono chiari: solo il 26% della superficie classificata come “eroica” e il 36% di quella considerata “impegnativa” percepisce i PD. Il Gran Consiglio era inoltre stato chiaro: occorreva individuare una modalità che andasse oltre i PD. Che lo si dica chiaro e tondo se si vuole professionalizzare l’intero settore, come lascia trasparire la risoluzione governativa, a scapito del territorio e della vitalità volontaria alla sua tutela! Sarebbe pazzesco, anche perché la presenza stessa di molti viticoltori che svolgono questa attività a titolo accessorio e con grande passione è garanzia di una capillarità sul territorio che ne favorisce una cura adeguata, conferendo alla gestione dei questi vigneti un prezioso valore culturale. L’erogazione di piccoli contributi è proprio per queste realtà più che mai opportuna e può servire molto, anche come stimolo e riconoscenza.

Oltretutto nella risoluzione governativa il Consiglio di Stato ritiene che “vi sia il potenziale per aumentare questa quota, in particolare nella fascia di grandezza tra le 0.2 e le 0.5 USM. Sotto le 0.5 USM, infatti, nella zona di montagna secondo il catasto federale delle zone di produzione è concessa la possibilità di accedere ai PD anche in mancanza di una formazione agricola”. Da qui nasce spontanea la domanda: cosa si sta aspettando, ancora, per mettere in pratica questa consulenza alle aziende viticole che non ricevono PD e che è ora fondamentale più che mai? Le disposizioni citate sui PD non sono di certo nuove.

Ma c’è dell’altro: abbiamo sempre insistito sul valore paesaggistico dei vigneti tradizionali, quindi un ruolo centrale deve assumerselo il Dipartimento del Territorio, che non deve defilarsi bensì avere un ruolo trainante e preponderante in questa tematica.

In conclusione, attraverso questa mozione chiediamo al Governo e soprattutto ai Dipartimenti competenti di ritornare congiuntamente sulla tematica e, in considerazione anche delle ristrettezze finanziarie del Cantone, individuare altre modalità per raggiungere almeno in parte gli intenti della mozione precedente (1429), ad esempio:

·       individuare alcuni comparti di vigneti tradizionali in Ticino (4/5), che esprimano alto valore paesaggistico, difficoltà gestionali e rischio di abbandono, e promuovere progetti pilota o simili, magari di durata quadriennale, con puntuali incentivi finanziari per la tutela dei vigneti tradizionali;

·       coinvolgere attivamente, non solo quali possibili partner per contribuire al finanziamento del fondo vitivinicolo, anche i Comuni dei comparti individuati e le associazioni di categoria (Federviti, AVVT e Interprofessione del vino e della vite ticinese), nonché il WSL per aspetti tecnici;

·       elaborare comunque un concetto di sostegno generalizzato ai vigneti tradizionali e di difficile gestione esclusi dai pagamenti diretti da implementare non appena la situazione finanziaria del Cantone lo permetterà;

·       inserire convenientemente i dati elaborati dallo studio di WSL nei certificati viticoli, quali elementi oggettivi per la creazione del fondo vitivinicolo a sostegno della gestione dei vigneti tradizionali.

Aron Piezzi, PLR
Cofirmatari: Sem Genini, LEGA; Giovanni Berardi, IL CENTRO, Danilo Forini, PS.