Di nani, diritti e razzismo a scuola

04 agosto 2023

Da Roald Dahl alla Disney il passo è breve. Dopo la polemica sui testi manipolati dello scrittore per ragazzi, ecco un altro esempio figlio del perbenismo e del politically correct, che crea illusioni ed effetti controversi: Biancaneve non si confronterà più coi sette nani bensì con creature magiche. Il motivo? La lotta contro la discriminazione delle persone di bassa statura.

È una deriva che mira ad ammorbidire la realtà e promuovere il pensiero edulcorato contro ogni evidenza, tendente ad un ugualitarismo utopico. Le diversità – che ci sono sempre state, ci sono e saranno sempre – costituiscono invece ricchezza e meritano di essere riconosciute attraverso il rispetto e la solidarietà, due valori da coltivare costantemente.

Il discorso si può estendere a un’altra deriva odierna: la prevalenza dei diritti sui doveri del cittadino. “Avere tutti gli stessi diritti non significa affatto essere tutti uguali” afferma il sociologo Paolo Crepet nel suo ultimo libro “Prendetevi la luna”. Soprattutto nei confronti dei più giovani, occorre privilegiare esperienze in cui ognuno trovi la sua strada e cerchi di percorrerla perseguendo obiettivi anche ambiziosi, cercando di “andare oltre” la quotidianità ed il “minimo indispensabile”, mettendo in gioco perseveranza e voglia di osare, per non arrischiare l’appiattimento, l’apatia, l’indifferenza. “È il sudore, la fatica di una passione che merita sempre un applauso” scrive sempre Crepet. Cioè: trasformare un diritto – quello alla formazione ad esempio – in un appassionato dovere, per la propria crescita e per quella, si spera, della comunità. Oggi in troppi decantano i diritti, seppur sacrosanti, dimenicandosi però i doveri. “Troppo facile, amico” direbbe Giuseppe Buffi. È l’imprescindibile unione e interrelazione tra libertà e responsabilità. Con le dovute proporzioni, è un approccio da affrontare sin da giovanissimi.

Non sono neppure passati inosservati, sempre in queste settimane, i casi di razzismo tra gli adolescenti, culminati con esempi raccapriccianti alle Medie di Lugano. Sono situazioni inaccettabili, che non occorre banalizzare. Esse concernono evidentemente il contesto scolastico, ma interessano tutte le componenti della società, famiglia in primis. Sebbene docenti e altre importanti figure degli istituti scolastici si occupino anche di questi aspetti educativi, occorre continuamente privilegiare prevenzione, formazione e promozione del rispetto dell’altro; anche in questo caso, come nell’esempio di Biancaneve, la letteratura per ragazzi può e deve essere d’aiuto. Mi auguro invece che non si creino nuovi profili ad hoc da affiancare ai maestri: molte-troppe figure (come avviene ora) arrischiano di disorientare e soprattutto deresponsabilizzare l’operato e il ruolo del docente. 

Sono esempi che dimostrano quanto sia importante occuparsi dell’ambito educativo. L’autorevolezza degli adulti, da non confondere con autorità, svolge un ruolo essenziale: senza creare illusioni e falsificare la realtà, ma favorendo rispetto, competenze ed esperienze che permettano ad ognuno di realizzarsi con dignità e responsabilità.

Aron Piezzi
Deputato PLR e docente