Il via alle riversioni

05 luglio 2021

Capita che le decisioni più importanti prese dal Parlamento cantonale passino quasi in secondo piano rispetto al tempo dedicato a discussioni ripetitive, promosse più per apparire che per essere utili e più per smarcarsi (con toni anche aggressivi e fuori luogo) che per individuare soluzioni. Ciò è successo anche nella seduta di Gran Consiglio che ci siamo appena lasciati alle spalle.

Infatti, quasi in fretta e furia e senza assegnarle l’attenzione che meritava, è stata presa – all’unanimità – la decisione di bocciare la richiesta di rinnovo della concessione avanzata dall’OFIMA per lo sfruttamento delle acque della Maggia, che torneranno quindi in mano pubbliche cantonali. Il consigliere di Stato Christian Vitta, giustamente, ha definito storica e strategica questa scelta, accolta molto positivamente anche da AET. Questo primo passo del processo di riversione dei grandi impianti cantonali scriverà una nuova importante pagina nella storia del produzione idrolettrica ticinese. AET, dal 2035, aumenterà di 300 MW la propria produzione; non è che l’inizio, in vista dell’integrazione in un unico sistema di gestione della produzione cantonale.

Il Canton Ticino, in questi anni, si è dotato di documenti programmatici che stabiliscono con chiarezza gli obiettivi di politica energetico-climatica, volti ad ottimizzare le produzioni di energia esistenti e a garantire la sicurezza di approvvigionamento attraverso una maggiore produzione da fonti rinnovabili e indigene, in particolare dall’idroelettrico.

La decisione ha pure una forte componente emotiva. Il collega valmaggese Fiorenzo Dadò, nel suo intervento in Parlamento, ha giustamente affermato che, ora, è inutile giudicare quanto successo in passato: è importante invece guardare avanti con lungimiranza, evitando naturalmente di ripetere quegli errori che, per dirla con lo scrittore Plinio Martini, hanno lasciato alle Valli solo “un piatto di lenticchie”, in cambio di riscontri finanziari positivi soprattutto oltre Gottardo. La decisione parlamentare permetterà cioè, per restare in ambito metaforico, di ottenere pasti decisamente più appetitosi e nutrienti, a beneficio della politica energetica, fiscale ed occupazionale del Canton Ticino.

In fondo, questo è un ottimo esempio che dimostra l’importanza di riconoscere e dare valore alle nostre peculiarità territoriali, per di più in uno dei settori assolutamente strategici. Gli sforzi e le attenzioni del Parlamento dovrebbero focalizzarsi maggiormente su questi ambiti prioritari, anziché su dibattiti interminabili e spesso inutili.

Aron Piezzi
deputato del PLR