Quando cultura fa rima con territorio

10 maggio 2021

Matteo Airaghi, nel suo editoriale di qualche giorno fa in merito alla decisione della Horward University di rinunciare al suo dipartimento di studi classici, parla di una preoccupante tendenza: quella, per dirla con le parole di Roberto Saviano, del “disastro culturale americano”. È un atteggiamento, aggiungo io, che deriva da modi di fare ed essere quali indifferenza, superficialità e disimpegno; il discorso, ovviamente, è riscontrabile, con gravità più o meno rilevanti, anche altrove (e pure da noi).

La politica, ma pure il contributo di ogni cittadino e delle associazioni, deve invece capire l’importanza che la cultura riveste per la collettività e la crescita personale ciascuno. Fortunatamente, proprio di recente abbiamo vissuto in Ticino due esempi che vanno in quest’ultima direzione: l’inaugurazione a Peccia, in Lavizzara, del Centro Internazionale di Scultura e l’approvazione parlamentare del credito per la progettazione della nuova sede del Museo di Storia naturale cantonale a Locarno.

Sono iniziative positive e beneaguranti. Entrambe prendono spunto da peculiarità e caratteristiche del territorio: il bianco marmo Cristallina, l’una, e il diversificato patrimonio naturale ticinese, l’altra; tutte e due valorizzano queste ricchezze con capacità di innovazione, veicolando fiducia nel futuro. Ambedue, infine, sono accompagnate da spirito di apertura e valenza internazionale, rifuggendo a un controproducente atteggiamento di chiusura ma desiderose di creare effetti positivi pure per il settore socio-economico locale.

Sempre in questi giorni, su Cooperazione, è emerso un dato molto significativo ma probabilmente poco conosciuto: in un confronto tra i distretti ticinesi, emerge che la Vallemaggia registra la (netta) maggior percentuale di collaborazione tra Comuni e Patriziati. Nel corso degli anni, soprattutto dopo le aggregazioni comunali, in Valle si è infatti spontaneamente rafforzata una visione condivisa fra gli enti pubblici, volta alla salvaguardia e valorizzazione del proprio patrimonio storico, culturale e paesaggistico. È una positiva unità d’intenti, che dev’essere uno stimolo per le altre realtà del Ticino, laddove ciò avviene meno frequentemente.

Questo è un approccio al territorio senza estremismi ma ragionevolezza, in cui si persegue (anche) l’obiettivo di sviluppare una maggiore consapevolezza del ruolo che l’uomo svolge nel proprio ambiente di vita, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Coniugando sapientemente tradizione e innovazione: ciò significa considerare anzitutto i valori umani e le ricchezze paesaggistiche e culturali, attualizzandoli e indirizzandoli alle sfide del futuro. Insomma: quando cultura e territorio vanno a braccetto il successo non potrà che essere garantito.

Aron Piezzi
Deputato del PLR