L’importanza della cultura locale
30 novembre 2020
È esagerato, in tempi di pandemia, identificare come urgente il fatto di occuparsi di cultura locale? A mio avviso no. La politica deve essere in grado di continuamente fornire risposte convincenti nei diversi ambiti di propria competenza. La cultura locale ne fa parte a pieno diritto ma l’impegno nei suoi confronti deve essere rafforzato.
In questi decenni alcuni Enti locali hanno intrapreso ricerche toponomastiche, culminate in pregevoli pubblicazioni, e riordinato i propri archivi storici, spessissimo con il supporto del Cantone. Sono iniziative frutto della sensibilità e della lungimiranza degli amministratori locali. I toponimi di un villaggio rievocano le peculiarità territoriali, storie di uomini e paesaggi, testimonianze di vita quotidiana e realtà socio-economiche del passato; consentono inoltre riflessioni sul territorio che cambia ed evolve. Gli archivi degli enti pubblici riordinati, dal canto loro, permettono di salvaguardare momenti importanti di vita istituzionale e sono la premessa fondamentale per una loro successiva ed ulteriore valorizzazione, ad esempio attraverso altre ricerche e pubblicazioni. Per esperienza so che questi progetti sono fonte di coinvolgimento ed interesse all’interno delle comunità: si tratta quindi di favorire sempre di più il senso di appartenenza a un territorio e un dinamismo sociale quanto mai positivo.
La continuità di queste iniziative è tuttavia messa in discussione, a mio avviso soprattutto per tre motivi. 1) I servizi cantonali preposti, soprattutto per carenza di personale, non riescono a dare seguito in tempi celeri alle richieste degli Enti pubblici; la lista d’attesa non è insignificante. 2) Per ciò che riguarda la toponomastica, i testimoni della civiltà contadina e, più in generale, coloro che hanno “vissuto” intensamente il territorio si riducono sempre di più, a seguito della loro anagrafe. Essi custodiscono una ricchezza d’informazioni e il loro ruolo è pertanto essenziale per intraprendere ricerche documentate e capillari. L’urgenza di intervenire con maggior puntualità e tempismo è pertanto reale: siamo all’“ora o mai più”. 3) L’impellenza è data anche nel settore degli archivi locali: sono note, infatti, parecchie situazioni di degrado della documentazione storica, riferita in particolare all’incuria, al disordine e alla mancanza di controllo, che creano deperimento fisico e la scomparsa di documenti.
Queste oggettive preoccupazioni mi hanno spinto, con altri deputati, ad elaborare una mozione, approvata nei giorni scorsi dal Parlamento. Anche il DECS ha condiviso i principi dell’atto parlamentare e la necessità di occuparsi con maggior incisività di ricerche toponomastiche e riordino degli archivi. In considerazione dell’attuale problematica situazione finanziaria, il Cantone non potrà tuttavia assumersi totalmente i costi per il potenziamento dei propri servizi. Per il settore dei toponimi, in particolare, si procederà con mandati ad hoc a personale esterno, che affiancherà gli attuali collaboratori; agli Enti locali committenti sarà richiesta una partecipazione finanziaria da concordare. Per gli Archivi locali, invece, il rafforzamento avverrà con l’assunzione di personale a tempo determinato; da segnalare che è già in vigore da inizio 2020 l’aumento della tariffa oraria richiesta ai promotori, passata da fr. 55 a fr. 70. Insomma, per attuare un servizio più efficiente e puntuale tutti dovranno fare la loro parte, dimostrando di credere veramente nella cultura locale.
La decisione parlamentare permetterà di far fronte a un reale bisogno del territorio e impedire la definitiva cancellazione di importanti testimonianze di storia locale ed istituzionale. Ne gioverà lo spirito identitario di una comunità, non rinchiusa su se stessa ma rivolta al futuro con maggiore consapevolezza culturale e territoriale.
Aron Piezzi
Deputato del PLR