Docenti e scuola di sinistra?
1 novembre 2020
Oggi va di moda delegittimare, sparare nel mucchio, criticare gratuitamente e promuovere la caccia alle streghe. È un atteggiamento che non mira a trovare soluzioni, bensì a distruggere.
La recente campagna dei giovani UDC, che denuncia il presunto indottrinamento di sinistra da parte dei docenti nelle scuole ticinesi, è un esempio di questo modo d’agire; lo stesso discorso è tuttavia da attribuire anche alla scomposta reazione dei giovani comunisti.
Come possiamo leggere nel sito dei promotori, l’iniziativa indica esplicitamente “una situazione dove i docenti (…) ne approfittano per fare propaganda tendenziosa di sinistra” e “imporre la visione socialista del mondo e delle cose”. Sono sbalordito di fronte a tale puerile scorrettezza e alla subdola volontà di colpire una categoria professionale, facendo d’ogni erba un fascio e intimidendo.
Che ci siano aspetti da migliorare nella scuola, come peraltro in tanti altri settori, è palese; come è pure ovvio che ci possano essere docenti che non garantiscono la corretta pluralità di opinioni e la neutralità. Però con i metodi proposti dalla campagna non si contribuisce ad individuare problematiche puntuali e, soprattutto, individuare le contromisure. La critica e la denuncia non vanno osteggiate, ma avanzate con rispetto, pertinenza e secondo fatti documentati.
Io stesso, attraverso atti parlamentari e prese di posizione, ho criticato il DECS per talune scelte che non condividevo; diversamente, in altre occasioni, ho pure pubblicamente approvato il suo operato. Ancora di recente, accanto alla soddisfazione per le misure adottate dal Gran Consiglio per il miglioramento della scuola dell’obbligo (in cui il DECS ha finalmente dimostrato ascolto e considerazione delle idee altrui), ho esposto la mia opinione critica nei confronti dell’agenda scolastica e del volantino sul percorso casa-scuola a piedi. Sono, questi ultimi, come peraltro il tema del presente articolo, esempi che testimoniano un approccio sbagliato (di parte e provocatorio), di fronte a tematiche invece pertinenti.
Torno ora sui contenuti dell’iniziativa “scuole libere”, limitando la mia riflessione al campo della letteratura. Proprio in queste settimane ricorre il centenario dalla nascita del grande scrittore per l’infanzia Gianni Rodari. Con i miei piccoli allievi di terza elementare, leggo appassionatamente Rodari e soprattutto prendo spunto per promuovere idee di scrittura e creatività. Siccome lo scrittore italiano è anche stato un comunista militante, è probabile che qualche genitore – magari in forma anonima – segnali questa mia attività didattica ritenendola non adatta solo perché Rodari era impegnato politicamente. Ovviamente ciò è assurdo. Di questo passo, significherebbe togliere dalle biblioteche scolastiche vagoni di libri ed autori di spicco. È pluralismo questo? Uno dei compiti più importanti della scuola è stimolare il pensiero critico e la capacità di fare delle scelte con consapevolezza: il confronto e la dialettica di pensiero sono indispensabili affinché l’allievo formi la sua personalità, le sue opinioni e il suo bagaglio culturale.
La realtà, a mio parere, è che occorre insistere, in senso generale, sulla professionalità e sull’etica del ruolo del docente. E correggere, certamente!, puntuali e documentati malfunzionamenti attivando le procedure ufficiali. Ma con dignità e rispetto, giacché siamo confrontati con esseri umani portatori di emozioni, opinioni, sicurezze e debolezze. Questa pericolosa caccia alle streghe avverso i docenti e la scuola, per contro, non porterà a nulla di buono. Contribuirà invece ad alimentare un clima di sospetto e mettere in cattiva luce un’importante categoria professionale, che ogni giorno è giustamente chiamata a fornire risposte adeguate e competenti (e non di pancia).
Concludo, citando una frase proprio di Gianni Rodari del 1973: “La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.” Interpretiamola come un invito alla pluralità e allo spirito critico, non solo per i più piccoli.
Aron Piezzi
Docente e deputato PLR