Refezione, regole ed eccezioni
26 giugno 2020
Negli scorsi giorni il Parlamento si è espresso sull’iniziativa di Sergio Morisoli denominata “Libertà di stare a mensa o a casa per gli allievi della Scuola dell’infanzia”. Prevedeva che i genitori potessero avere il diritto di scegliere se beneficiare o no per i propri figli che frequentano la SI del servizio di refezione scolastica.
Rilevo anzitutto, in termini generali, che proposte e iniziative volte promuovere cambiamenti e/o novità nel mondo della scuola sono assolutamente legittime. Visto che in tali iniziative si riscontrano spesso richieste diversificate o addirittura agli antipodi, è indispensabile che il DECS, la Commissione formazione e cultura e il Parlamento le affronti privilegiando convincenti e corenti risposte dal profilo educativo, pedagogico e didattico. Ciò è stato fatto, a mio avviso, nell’analisi e nelle conclusioni relative al tema in oggetto, che ha visto la Commissione dibattere in diversi frangenti, e trovare una convergenza nelle conclusioni.
La refezione alla Scuola dell’infanzia, che vede i bambini introdotti gradualmente, rispettando la loro crescita, è obbligatoria perché è considerato un momento educativo e formativo, parte integrante del contesto scolastico. Non è e non deve diventare un “ristorante à la carte”, perché vanificherebbe il suo stesso senso; anche una frequenza saltuaria da parte dei bambini creerebbe giornate inopportunamente spezzettate, a scapito dell’apprendimento, delle relazioni sociali e dell’organizzazione didattica. Non giova a nessuno questa incoerenza e differenziazione educativa.
Il Parlamento, su indicazione della Commissione, ha pertanto confermato l’obbligatorietà della refezione, approvando tuttavia alcune richieste all’indirizzo Governo in sintonia con gli auspici dell’iniziativa. In particolare, per i bambini iscritti al primo anno di SI (cioè nell’anno facoltativo) si chiede di allestire una proposta legislativa che preveda l’abolizione dell’obbligo di frequenza della refezione. Per i bambini del primo e del secondo anno obbligatorio, invece, si ribadisce il mantenimento dell’obbligo di frequenza della refezione. Infine, viene richiesto di elaborare un sistema flessibile di deroghe alla frequenza della refezione a favore dei bambini che frequentano il primo anno obbligatorio (in casi eccezionali, le deroghe potranno essere concesse fino a dicembre per i bambini che frequentano il secondo anno obbligatorio). In un certo senso, semplificando, si tratta di codificare quanto in parte accade già oggi in alcune sedi.
Sempre in tema di refezione, sono cosciente che la gestione di questo momento educativo sia un impegno sempre più gravoso per le docenti, le quali non beneficiano di una pausa nell’arco dell’intera giornata. La risposta, doverosa, a questa situazione non è tuttavia da ricercare nella facoltatività della refezione bensì nei contenuti proposti nel messaggio governativo n. 7704, attualmente al vaglio della Commissione.
Le conclusioni approvate dalla netta maggioranza del Parlamento dimostrano l’importanza di individuare soluzioni condivise e praticabili, senza intaccare la coerenza educativa in vigore: le deroghe, infatti, saranno l’eccezione, non la regola.
Aron Piezzi
Deputato del PLR