L’importanza di ascoltare chi la scuola la fa giornalmente
3 novembre 2019
Nelle scorse settimane ho inoltrato un’interrogazione chiedendo lumi in merito al futuro di DiMat, un approccio didattico ideato nei primi anni ’90 che mira a favorire l’apprendimento differenziato della matematica nel secondo ciclo della scuola elementare.
La decisione del DECS di rinunciare a sostenere l’organizzazione di corsi di formazione di DiMat è uno tra gli esempi che dimostra come esso fatichi ad ascoltare chi la scuola la fa giornalmente, ossia direttori e docenti. Nessuno nega, promotori e formatori in primis, che questo approccio debba essere aggiornato e adattato al nuovo Piano di studio (PDS); tuttavia rinunciare a formare i docenti significa decretarne la fine. E ciò non va bene. È quantomeno strano sentirsi dire che i principi di DiMat non si integrino nel nuovo PDS: differenziazione dell’insegnamento e competenze trasversali sono punti cardine sia di DiMat che del nuovo PDS.
La scuola del futuro, ne sono certo, deve costruirsi tra continuità e innovazione, come più volte dichiarato nel PDS. L’esempio di DiMat, purtroppo, sembra dimostrare l’esatto contrario: un approccio pioneristico, nato e svilupattosi nel territorio, ancora oggi spesso ben accolto e radicato (e con esiti soddisfacenti), va coeso nel nuovo Piano di studio, non contrastato e messo nel dimenticatoio come taluni vorrebbero. Nel mondo della scuola, in tutte le sue componenti, deve primeggiare lo spirito di apertura nei confronti di chi la pensa diversamente: senza di ciò, si acuisce la sensazione che il Dipartimento agisca con una logica dirigista, con un solo credo e poca disponibilità all’ascolto.
Aron Piezzi
Deputato PLR