Mozione “Trattamenti in vigna: per i viticoltori hobbisti occorrono una proroga e nuove modalità per l’ottenimento del patentino fitosanitario”
27 ottobre 2025
Mio intervento per presentare la mozione, seduta parlamentare del 27 ottobre 2025
Presidente, colleghe e colleghi, consiglieri di Stato,
presento brevemente la mozione in oggetto, inoltrata un anno fa. Segnalo che essa è stata preceduta da un’interrogazione sullo stessa tema del giugno del 2024, le cui risposte non sono state ritenute soddisfacenti dal sottoscritto.
Un po’ in ogni settore assistiamo all’invadenza di burocrazia e di atti amministrativi, con la loro pretesa di controllare e valutare tutto, ma che portano spesso più disagi che benefici. A svantaggio anche del bene pubblico, come nell’esempio questione. Sì, perché il patentino fitosanitario – checché ne dicano i loro difensori acritici ad oltranza – è un ostacolo supplementare che mette ulteriormente in difficoltà il futuro dei vigneti tradizionali, già in affanno per altri motivi. E ciò produrrà un danno irreversibile: da un lato l’impoverimento e l’ulteriore banalizzazione del nostro territorio, con rovi e boschi ovunque; dall’altro la perdita di un atto culturale profondamente legato alla terra.
La gestione di questi vigneti, in buona parte promossa da non professionisti con grande sacrificio e senza tanti palcoscenici, è molto più impegnativa rispetto a quella di pianura, anche perché non è meccanizzata. Ma questo settore interessa poco (se non a parole) alla politica, all’amminsitrazione cantonale e alle associazioni di categoria, tutti troppo focalizzati sulla professionalizzazione del settore.
Il tema del patentino, perciò, ha un valore che va ben oltre l’atto amministrativo per il suo ottenimento. Va inquadrato nel contesto più ampio della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio territoriale e culturale.
La mozione chiede al Consiglio di Stato di attivarsi presso le opportune istanze federali, anche attraverso la Deputazione ticinese e coinvolgendo pure le associazioni del ramo, per ottenere due obiettivi:
- estendere l’entrata in vigore del sistema delle autorizzazioni speciali relative all’utilizzo sostenibile dei prodotti sanitari fino al 1° gennaio 2028 (proroga di due anni rispetto alla legislazione in atto);
- individuare una nuova modalità formativa per l’ottenimento del patentino da parte dei non professionisti, differenziata rispetto ai viticoltori professionisti e proporzionata al loro reale lavoro nei vigneti.
Ma perché queste richieste?
Innanzitutto, chiediamoci il motivo per il quale sui 2'300 viticoltori in Ticino, allo stato attuale, nemmeno la metà ha ottenuto il patentino. Solo per malavoglia o pigrizia, o scarsa sensibilità al tema? Suvvia. Una delle cause è lo sproporzionato onere per lo svolgimento del corso (quattro giorni, tra lezioni ed esami) anche per chi gestisce, ad esempio, solo pochi pergolati di vigna, spesso in territori impervi. Tutto ciò è demotivante. Ricordo, inoltre, che la netta maggioranza dei viticoltori ticinesi, quasi 2'000, non sono professionisti, i quali si occupano di vigneti di piccole dimensioni: essi meritano ben altra considerazione, anche e soprattutto per far capire a Berna la situazione particolare ticinese, unica nel suo genere nel panorama svizzero, sia per la tipologia e la morfologia di vigneti ma pure per l’elevato numero di non professionisti che si occupano della loro gestione, una peculiarità che va sostenuta e valorizzata.
A Berna, spero anche a grazie dell’approvazione parlamentare alla mia mozione, non bisogna andare con il cappello in mano o facendo le vittime: ma argomentando in modo convincente e illustrando la nostra situazione particolare, ben diversa rispetto a quella, ad esempio, dell’Altipiano. E con i rischi che si insinuano all’orizzonte sulla viticoltura tradizionale in Ticino.
Ma perché, appunto, nessuno si preoccupa delle conseguenze del fatto che molti, troppi viticoltori non potranno ottenere il patentino, e quindi non potranno proteggere adeguatamente i vigneti? Colleghe e colleghi: ma come sarà possibile formare in pochi mesi oltre 1'000 viticoltori, quando in 16 anni ne sono stati formati poco più di 1'000? Impossibile, naturalmente.
Sono pure improponibili le proposte dl CdS in alternativa all’ottenimento del patentino. Infatti, il Governo dice che chi ha il patentino potrà svolgere i trattamenti anche per chi non ne è in possesso. Tutto ciò è irrealistico. Certo, potrà valere per qualche caso. Ma è illusorio pensare che i professionisti (o comunque i possessori del patentino) abbiano il tempo e la voglia (in delicati momenti puntuali poi, non a caso) di fare i trattamenti a tutti, come se il tempo a loro disposizione fosse infinito.
Il Governo invita pure, in alternativa, a usare prodotti non professionali. Anche questa è una proposta insoddisfacente. Oltre ad essere molto più costosi, questi prodotti sono insufficienti per una corretta protezione fitosanitaria; inoltre, in molte regioni del Ticino v’è l’obbligo di trattamento contro la flavescenza dorata ed è alle porte il coleottero del Giappone. Sorprende, quindi, che il Cantone inviti a usare questi prodotti, ben conoscendo la loro inefficacia.
Il Consiglio di Stato invitava pure chi non ha il patentino ad “eseguire loro stessi i trattamenti sotto la supervisione di un titolare di un’autorizzazione”. Questa potrebbe essere una soluzione percorribile. Tuttavia, in questi mesi è emerso che questa pratica non sarà possibile. Il rapporto di minoranza, oltre ad accogliere i principi della mozione, invita pure il Governo ad attivarsi verso Berna per rendere possibile questa modalità operativa.
Concludo ringraziandovi per l’attenzione alla viticoltura minore, un mondo senza tanti proclami e con confronti impari rispetto a quella di pianura, ma che merita maggior rispetto (o quantomeno meno ostacoli supplementari). Berna e il nostro Cantone, invece, affrontano il tema in modo asettico, si limitano alle nozioni amministrative e ad una visione puramente burocratica del territorio. Servirebbe, da parte di tutti gli attori coinvolti, ben altro slancio, per individuare soluzioni percorribili, proporzionali e soprattutto incentivanti. Anche per il tema del patentino.
Aron Piezzi
mozionante