Ripensare l’inclusione: comprendere le misure di sostegno attuali, coordinarle e riorganizzarle senza abbandonare il pragmatismo operativo o una nuova frontiera dell’inclusione ideologica?
13 agosto 2024
Lo scorso 11 giugno, nell’ambito della annuale conferenza stampa di fine anno scolastico organizzata dal DECS, grande rilievo è stato dato alla presentazione del documento “Inclusione e accessibilità nel sistema scolastico ticinese”. Documento elaborato dal gruppo di lavoro “Ripensare l’inclusione”. Gli obiettivi del documento sono “l’esplicitazione della visione della Divisione della scuola rispetto alla tematica dell’inclusione e dell’accessibilità e la definizione di un quadro di riferimento all’interno del quale poter collocare le diverse azioni legate a questa importante dimensione”.
Ad un'attenta lettura del documento, che di fatto presenta sicuramente una solidità teorico concettuale, appare chiaro ed evidente come per il momento lo stesso si collochi pienamente all’interno degli obiettivi d’inclusione che da più decenni sono pilastro concettuale della nostra scuola e che non intendiamo mettere in discussione.
Tuttavia, il documento presenta pochissimi elementi operativi concreti, che anche per l’assenza di puntuali elementi di giudizio e valutazione dello stato attuale, non appare in grado di tratteggiare gli eventuali interventi sull’attuale sistema inclusivo.
Di fatto l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un rapporto di “riposizionamento” del sistema di inclusione che non ci racconta e spiega come potrà essere concretamente applicato: mancano dati, risorse necessarie (e le previsioni nei prossimi anni) e strumenti per misurare l’efficacia attuale e futura del sistema scolastico ticinese.
Riteniamo che la scuola abbia assolutamente bisogno di questi indicatori reali, oltre agli aspetti concettuali e teorici – peraltro non sempre immuni da critiche. Un’esigenza fondamentale, anche perché ad oggi la scuola nel suo insieme coinvolge oltre al personale docente più di ottocento operatori (a diversi livelli di competenza ed operatività professionale) corrispondenti a più di 400 tempi pieni per un onere indicativo di ca. 50 milioni di franchi all’anno. Impegno progressivamente raddoppiato nel corso dell'ultimo decennio.
Aspetti che, attenzione, non vanno banalmente confusi ed ascritti ad una semplice miope attenzione a risorse, o peggio a logiche di risparmio sulla scuola, ma che comunque agli occhi di chi scrive, sono assolutamente determinanti per comprendere se davvero gli investimenti da anni presi a carico dal sistema siano in un qualche modo stati oggi come in passato in grado di conseguire i risultati auspicati.
Alla luce di queste considerazioni ci appare responsabilmente doveroso formulare al Consiglio di Stato competente le seguenti domande.
1. Esiste una valutazione sull’attuale stato e sull’efficacia di tutte le misure negli anni implementate nei diversi ordini di scuola dell’obbligo? Se sì, quali sono gli indicatori? Da chi sono stati ideati e applicati? Qualora questa analisi non dovesse esistere, non si ritiene determinante avviarla il prima possibile, proprio alla luce del rinnovamento dell’impianto di sostegno? Infatti ci appare difficile immaginare correttivi e nuovi slanci operativi su questo strategico tema senza conoscere concretamente l’efficacia dell’attuale struttura di sostegno nel suo insieme.
2. Se, come immaginiamo, e assolutamente auspichiamo, l’esito naturale di questo rapporto dovrà essere lo sviluppo di un nuovo documento d’intervento (comprensivo dell’organizzazione concreta e operativa), chiediamo:
- come e quali saranno i prossimi passi con l’indicazione di una tempistica di riferimento?
- gli aspetti rilevati del coordinamento e della razionalizzazione delle misure di sostegno avranno una parte preponderante nello sviluppo del documento operativo?
- se, come e quando le misure attuali analizzate saranno messe in relazione con eventuali nuove indicazioni operative?
- se, come e quando vi sarà una esplicitazione concreta degli intenti teorici che emergono del rapporto?
- se e come saranno coinvolti tutti gli attuali attori delle misure di sostegno, le direzioni ed i docenti?
- un‘eventuale importante ridefinizione e riorganizzazione del sistema è ipotizzabile all’interno dell’attuale quadro giuridico? Sono da prevedere adeguamenti delle basi legali?
3. A livello teorico vi sono aspetti del rapporto che da subito destano qualche perplessità e che, dal nostro punto di vista, richiedono prudenza soprattutto in assenza di un quadro operativo e strutturale. Pertanto chiediamo ed osserviamo:
- Il rapporto nella “ridefinizione del concetto d’inclusione” non tende a voler trasferire alla scuola troppi obiettivi d’inclusione sociale? Infatti, rileviamo una visione dogmatica dell’inclusione, diretta e totale, che tende a negare o livellare il più possibile le differenze e le diversità tra gli allievi; quasi come se quest’ultima sia da combattere a priori perché prodotta semplicemente dalla società.
- Stiamo parlando di un’ottimizzazione delle misure di sostegno attuale, con al centro un ripensamento delle logiche di coinvolgimento delle diverse misure , o si sta immaginando una nuova inclusione nella sua visione più radicale?
4. Il Consiglio di Stato è a conoscenza dei crescenti articoli che appaiono sulla stampa confederata in cui si rilevano crescenti problemi di alcuni sistemi inclusivi? Se sì, cosa ne pensa di queste criticità sollevate in diversi Cantoni?
5. Infine, nel rapporto troviamo anche accenni e scenari che aprono ad un’autonomia nella gestione ed il coordinamento di queste misure di sostegno concessi alle direzioni nei diversi ordini scolastici. Non si crede che questa operazione debba essere espressione e coordinata con concrete proposte di verifica di ampliamento anche su altri aspetti dell’autonomia degli istituti scolastici?
Paolo Ortelli
Piezzi - Speziali - Tenconi - Zanetti