Trattamenti in vigna: per i viticoltori hobbisti occorrono una proroga e nuove modalità per l’ottenimento del patentino fitosanitario
15 ottobre 2024
La presente mozione scaturisce dalla risposta governativa – non ritenuta soddisfacente dal sottoscritto – all’interrogazione dell’11 giugno 2024 “Obbligo di patentino per i trattamenti in vigna: una richiesta sproporzionata che arrischia di mettere in difficoltà i vigneti tradizionali e i viticoltori hobbisti”. Nella sua risposta, il Consiglio di Stato, pur comprendendo il ruolo impegnativo che svolgono i viticoltori amatoriali nella cura dei vigneti tradizionali, ribadisce – rimandando a regolamenti ed ordinanze federali – le modalità in atto per l’ottenimento del patentino fitosanitario.
In particolare, vengono puntualizzati tre aspetti:
- l’autorizzazione dovrà essere ottenuta entro il 1° gennaio 2026 (anche se già adesso, per chi non possiede il patentino, non è possibile acquistare determinati prodotti fitosanitari per i trattamenti in vigna);
- il corso per ottenere il patentino presuppone una modalità unica: professionisti ed hobbisti sono parificati e non c’è margine di manovra per applicare eventuali semplificazioni per l’attestazione delle competenze e il rilascio del patentino;
- chi non dispone del patentino può far eseguire i trattamenti fitosanitari da un’altra persona in possesso dell’autorizzazione speciale.
Queste considerazioni mi preoccupano per almeno tre motivi.
- La tempistica a disposizione per ottenere il patentino è insufficiente, anche se è pur vero che si è al corrente di questa normativa da parecchio tempo. La domanda da porsi però la seguente: per quale motivo molti viticoltori non ne sono in possesso? Solo per malavoglia o insensibilità ecologica? Suvvia. Le cause sono da ricercare altrove. L’eccessivo e sproporzionato onere per lo svolgimento del corso è una fra di esse.
- Ovviamente, non c’è distinzione se ad usare un determinato prodotto fitosanitario sia un professionista oppure un hobbista. Quello che stride è che la richiesta per l’ottenimento dell’autorizzazione sia equivalente per chi possiede e lavora con fatica pochi pergolati di vigna (spesso in territori impervi, nel dopo lavoro) e per chi, invece, possiede, da professionista, ettari di vigneti (spesso in pianura).
- È irrealistico chiedere a chi ha il patentino di trattare la vigna anche a chi non ne è in possesso, come se il tempo a loro disposizione fosse infinito. Occorrono bensì soluzioni percorribili, pragmatiche ed incentivanti.
Senza un presa di coscienza che la modalità attuale proposta dal Servizio fitosanitario sia limitante o addirittura controproducente, si andrà incontro ad una conseguenza inevitabile: l’ulteriore abbandono dei viticoltori hobbisti e dei vigneti tradizionali. Ciò creerà l’impoverimento del nostro territorio, un’irreversibile banalizzazione naturalistica e paesaggistica e la scomparsa di un atto culturale profondamente in simbiosi con la terra.
In conclusione, con questa mozione chiedo al Consiglio di Stato di attivarsi presso le opportune istanze federali, anche attraverso la Deputazione ticinese e coinvolgendo pure le associazioni ticinesi di categoria, e:
- estendere l’entrata in vigore del sistema delle autorizzazioni speciali relative all’utilizzo sostenibile dei prodotti sanitari al 1° gennaio 2028 (proroga di due anni);
- individuare una nuova modalità formativa per l’ottenimento del patentino da parte degli hobbisti, differenziata rispetto ai viticoltori professionisti e proporzionata al loro reale lavoro nei vigneti.
Aron Piezzi
deputato PLR