Superamento del sistema dei corsi attitudinali e di base alla Scuola media
14 febbraio 2023
Gentile signora Presidente, Onorevoli Consiglieri di Stato, colleghe e colleghi,
è la terza volta in un anno che mi esprimo a nome del PLR sul tema del superamento dei livelli. Anche in questo caso le nostre argomentazioni sono il frutto di approfondimenti seri e scelte coerenti con quanto abbiamo sempre detto e fatto.
Il PLR sostiene il rapporto di minoranza, perché ritiene quello proposto dalla maggioranza un tentativo improvvisato e affrettato per salvare il modello proposto dal DECS, senza avere una più che necessaria condivisione con la base.
Lo avevo già detto in sede di preventivo 2023: le audizioni hanno evidenziato perplessità e non poche contrarietà al modello proposto dal Dipartimento. Ribadisco un concetto, per noi centrale, espresso dal Collegio dei direttori, e cito: "pochi direttori considerano la codocenza una modalità didattica praticabile per superare i corsi A e B, e molti direttori hanno espresso il loro scetticismo o la loro contrarietà". Con questo tenore si sono espressi molti plenum dei docenti, gli esperti e le associazioni magistrali, i quali non sono mai stati realmente coinvolti se non a fatto compiuto.
È paradossale che la maggioranza della Commissione formazione e cultura, sicuramente supportata dai vertici del DECS, non consideri questi appelli di chi giornalmente fa la scuola e, invece, voglia imporre le idee della netta minoranza del collegio dei direttori, promuovendo una “sperimentazione” camuffata come gesto volontario senza avere il necessario consenso.
Ma come è possibile, per un tema così importante, voler eludere l’opinione della maggioranza dei direttori, degli esperti e dei docenti? Non è accettabile, se vogliamo essere seri e professionali, procedere con il motto “lasciamo fare a chi è d’accordo”.
Noi siamo invece convinti che prima di procedere con una più che legittima sperimentazione (scientificamente seria e impostata correttamente però) occorra avere una solida adesione da parte del mondo della scuola. Non entro più nel merito, inoltre, sul fatto che quella proposta dal rapporto di maggioranza più che una sperimentazione sia un’esperienza a geometria variabile, che propone addirittura quattro varianti scelte liberamente tra le varie sedi coinvolte: una libertà di scelta che fa rima con menù à la carte, che non potrà che sfociare in risultati non paragonabili e scientificamente non attendibili. Sono curioso di sapere cosa ne pensi il DECS di questa modalità di sperimentazione.
Sottolineo inoltre che sempre il collegio dei direttori scrive che "le criticità sollevate dalla codocenza inducono e ritenere irrealistica l'ipotesi di avviare la sperimentazione nell'anno scolastico 2023/2024." Anche qui, colleghe e colleghi: qual è la risposta della maggioranza della politica? Forzare la mano, e non accogliere queste criticità. Ci spiace ma noi non ci sintonizziamo con questo modo di agire, che certamente non apporta miglioramenti alla scuola.
Affronto solo di striscio, in più, il walzer delle terminologie, in questi ultimi mesi: dapprima la codocenza, poi – per bocca del presidente del collegio dei direttori – si è passati al setting pedagogico, e ora di nuovo la codocenza. Questa improvvisazione è imbarazzante! Da ribadire, poi, che nessuno è mai stato in grado di dirci dove si svolga, in modo generalizzato e per il secondo biennio della scuola media, la codocenza…
Noi le proposte per superare i livelli le abbiamo esposte attraverso una nostra iniziativa nel giugno del 2022, basate sulla necessità di rendere davvero orientativo il secondo biennio della scuola media, focalizzando l’attenzione su competenze, bisogni, motivazioni ed interessi dell’allievo, promuovendo percorsi diversificati nei contenuti, di pari dignità. Non è comunque la sede, questa, per discutere questa proposta.
Concludo con delle considerazioni che percepisco soprattutto da quattro anni, ossia da quando sono in Parlamento. Chiediamoci perché ci sono sempre meno docenti o giovani interessati a intraprendere questa professione; oppure perché assistiamo a un costante via vai tra direttori e attori con ruoli di spicco nella scuola. Le cause sono senz’altro molteplici; fra di esse – e lo potrete toccare con mano anche voi tutti, attraverso i vostri conoscenti docenti – ci sono la mancanza di ascolto e considerazione, la gestione verticistica della scuola, che non accoglie le criticità e la pluralità delle opinioni. Ciò deresponsabilizza e demotiva. Ne abbiamo un esempio con il tema in questione.
Per questi motivi e a fronte delle numerose critiche emerse, lancio un appello a tutti voi, colleghe e colleghi:
1. Diamo un segnale politico di volontà di superare i livelli
2. Chiediamo però al DECS di elaborare – in concerto, per davvero, con gli attori della scuola – un modello condiviso entro l’autunno del 2023, per poi sottoporlo al Gran Consiglio in modo che dal settembre del 2024 possa iniziare una vera e credibile sperimentazione, dando il tempo a tutti per prepararsi in modo conveniente.
È quanto chiede il rapporto di minoranza, che vi invito a sostenere.
Sono convinto, addirittura, che questa soluzione non potrà che accorciare i tempi per la futura generalizzazione rispetto a quanto proposto dal rapporto di maggioranza, proprio perché sarà una modalità concordata tra scuola, DECS e politica.
Grazie dell’attenzione.
Aron Piezzi a nome del PLR