Presenza di pecore e capre rinselvatichite e/o incustodite ad inverno inoltrato sui monti: non va bene!
20 febbraio 2022
Con il presente atto parlamentare intendo affrontare la problematica, che sembrerebbe si protragga ormai da anni, relativa alla presenza di singoli esemplari o gruppi di ovicaprini rinselvatichiti o lasciati incustoditi durante il periodo invernale. Sono note, infatti, diverse situazioni nelle valli ticinesi in cui pecore e/o capre pascolano incustodite, addirittura!, nel mese di gennaio. Anche la stampa ne ha parlato, riportando l’esplicito appello di alcuni Municipi rivolto ai proprietari dei capi di bestiami affinché riportino i propri animali in stalla.
Questo comportamento da parte di questi proprietari di animali sembrebbe in chiaro contrasto con la legislazione in materia. Dopo la stagione d’alpeggio, infatti, anche ovini e caprini devono scendere in pianura e rientrare nelle stalle, ed essere controllati giornalmente dal proprietario. Inoltre, nel periodo invernale, se non sbaglio, è vietato il pascolo nel bosco.
Le situazioni sollevate dall’atto parlamentare, oltre a creare problemi al bestiame stesso, producono danni non indifferenti al paesaggio costruito sui monti: tetti, muri e muretti, scalinate, altri piccoli edifici vengono inevitabilmente rovinati a seguito della prolungata permanenza di pecore e capre. E ciò non è accettabile.
Alla luce di quanto sopra mi permetto di chiedere:
1) È a conoscenza il Consiglio di Stato di questa situazione?
2) Ci sono molti casi in Ticino, mediamente, in cui aziende non rispettano le normative?
3) Chi è responsabile di vigilare ed intervenire con le aziende agricole che infrangono bellamente le regole? I Comuni o il Cantone?
4) Quali normative stanno alla base di questa specifica situazione?
5) A quali conseguenze possono andare incontro i proprietari che non rispettano la legge?
6) È corretto o meno invocare la possibilità di esercitare la modalità del “vago pascolo” in queste circostanza?
L’intento della presente interrogazione non è assolutamente mettere in difficoltà le aziende agricole, anche magari di piccola dimensione. Ma per equità di trattamento nei confronti della maggior parte delle aziende agricole che rispetta le regole, e per rispetto verso gli animali e le proprietà private e pubbliche che vengono inevitabilmente danneggiate in particolare sui monti, è doveroso sollevare questo annoso problema e soprattutto fare in modo che le normative in atto vengano rispettate da tutti. Infine, segnalo che l’ingiustificata e prolungata permanenza sui monti di pecore e/capre (all'aperto, accompagnata a volte da poca cura) contribuisce anche ad aggravare il problema degli attacchi da parte di predatori; problema che certamente esiste, ma che non può diventare l'alibi unico che fa dimenticare altri elementi importanti per la gestione degli animali, di cui è invece responsabile l'uomo.
Aron Piezzi, PLR
co-firmatari: Alessio Ghisla, PPD; Cristina Gardenghi, VERDI; Fabrizio Garbani-Nerini, PS.