Interrogazioni

COVID: opportunità per le periferie anche a livello fiscale?

14 aprile 2021

Il COVID, tra le altre cose, porta con sé la necessità di vivere in spazi più ampi, preferibilmente a contatto con la natura. I benefici psico-fisici, che vanno ben oltre lo stato pandemico attuale, sono evidenti. In questi mesi, soprattutto nei periodi di vacanza, assistiamo infatti ad un aumento della fruizione delle zone più discoste del Ticino: oltre ai turisti che provengono da fuori Cantone, si registra una sorta di “evasione” dai centri ticinesi alla ricerca della qualità di vita e della tranquillità riscontrabili nelle periferie. Ciò si manifesta anche tra i numerosi proprietari di residenze secondarie nelle Valli, molti proprietari dei quali vivono in Ticino.

Insomma, il coronavirus, oltre alle sue conseguenze negative, potrebbe far nascere delle opportunità per le regioni periferiche ticinesi. Ma tali effetti positivi dovrebbero andare oltre quelle, comunque importanti, della fruizione del territorio discosto nel tempo libero, intervenendo sulle condizioni quadro che si potrebbero implementare. Eccone in particolare tre:

 ·      Un primo effetto positivo (1), e sarebbe quello più interessante, coinciderebbe con un aumento di persone che decidono di trasferirsi e domiciliarsi nelle Valli. Ciò potrebbe essere un vero e proprio toccasana, soprattutto per le zone più discoste, laddove si soffre, da anni, per una continua erosione della popolazione e dei servizi.

 ·      Un secondo effetto positivo (2), meno rilevante rispetto al primo, consisterebbe nel maggiore utilizzo delle case secondarie. Ne consegue una maggiore vitalità sociale nei vari Comuni toccati da questo fenomeno e, probabilmente, un contributo positivo al settore socio-economico locale, soprattutto nel ramo dell’edilizia: più gente nelle case secondarie, e più a lungo rispetto al passato, potrebbe comportare maggiori lavori di manutenzione e ristrutturazione.

 ·      Un terzo effetto positivo (3) potrebbe determinarsi dalla volontà di trasferirsi nelle regioni periferiche (magari nella propria casa secondaria di proprietà, oppure affittando una delle numerose case di vacanza presenti) non solo per il tempo libero ma pure per svolgere il “lavoro da casa” per dei brevi periodi dell’anno (o approfittare delle strutture di co-working, sempre più presenti anche da noi). Sarebbe un effetto interessante, nuovo, nato proprio a seguito della pandemia. Per chi ne ha la possibilità, si tratta cioè di alternare il lavoro e la vita nei centri a quello nelle zone più discoste, approfittando dei propri numerosi vantaggi (alta qualità di vita, tranquillità, immersione nel territorio incontaminato a tutto vantaggio del proprio benessere psico-fisico e della resa lavorativa).

Se per i primi due effetti positivi (1 e 2), i benefici per i Comuni di Valle sarebbero immediati (incremento demografico e di risorse fiscali, ma pure un possibile aumento dell’attività edilizia), per il terzo effetto positivo (3), invece, i vantaggi effettivi non sarebbero riscontrabili concretamente. Il presente atto parlamentare vuole proprio interrogarsi su quest’ultimo aspetto, a nostro modo di vedere interessante ed importante da approfondire. Per le persone che scegliessero di alternare “vita e lavoro nel centro” con “vita e lavoro nelle periferie”, si pone il tema del domicilio: perché non pensare ad una sorta di "tassazione mista", tra Comune di domicilio (nel centro) e Comune "ospitante" (nella periferia)? Basata, ad esempio, su un'autocertificazione, magari sui giorni totali in un anno passati nella periferia? Sarebbe una nuova forma di "vissuto" attivo nella periferia, con qualche ricaduta positiva anche fiscalmente per il Comune di Valle. È pur vero che i proprietari delle residenze secondarie già ora pagano le tasse d’uso; ma un loro “utilizzo” sensibilmente accresciuto, che oltre il tempo libero comprenda il telelavoro, potrebbe comportare un contributo finanziario maggiore al Comune periferico, attraverso ad esempio la riversione di una parte dell’imposta comunale che il privato paga nel proprio Comune di domicilio.

In questo contesto, non va sottovalutato il tema dell’accessibilità delle regioni periferiche. Occorre in particolare trovare le giuste soluzioni per migliorarla, per tutte le forme di mobilità, modulandola in modo tale da preservarne la vivibilità ed evitando di creare afflussi eccessivi e nocivi per l’ambiente. La mobilità applicata alle valli del Ticino, accanto al concetto di percorrenza longitudinale Nord-Sud, dovrebbe abbracciare quello di una trasversalità rivitalizzante e sostenibile. Una maggiore comunicazione e interazione tra le valli è la miglior premessa per lo sviluppo di una nuova comunità montana al passo con i tempi.

Ovviamente, un tassello fondamentale affinché anche le regioni più periferiche possano stare al passo coi tempi, non solo in ambito di telelavoro, è disporre di una rete di comunicazione digitale efficiente.

Un ulteriore elemento importante per rilanciare le zone discoste è costituito dal notevole patrimonio architettonico costituito dai nuclei dei villaggi, a rischio di abbandono.

A tal proposito, vi sono alcuni atti parlamentari in discussione presso la Commissione ambiente, territorio ed energia, tra cui l’iniziativa parlamentare generica IG696 “Introdurre incentivi finanziari per la rivitalizzazione dei nuclei tradizionali dei Comuni ticinesi”, di Aron Piezzi per il gruppo PLR. È evidente che il tema dei nuclei, laddove sono presenti numerose residenze secondarie, è strettamente legato con quanto affrontato in questo atto parlamentare.

Insomma: sono temi importanti e sinergici, da affrontare senza preconcetti e con piglio innovativo per individuare misure volte a dare nuova linfa e valore alle zone discoste

Alla luce di quanto esposto, ci permettiamo di porre le seguenti domande:

1)    Come valuta il CdS l’idea di approfondire la proposta di una sorta di “tassazione mista” tra Comune di domicilio (nei centri urbani) e Comune “ospitante” (nelle periferie), a seguito di un possibile ed auspicabile uso più ampio delle residenze secondarie anche a seguito dell’opportunità del telelavoro?

2)    Visto che una condizione essenziale per la telelavoro è avere una rete performante, a che punto è il progetto di dotazione della banda larga (e del potenziamento, in generale, della rete) anche nelle regioni periferiche?

3)    Come valuta il CdS la proposta di rendere possibile una moderata mobilità trasversale tra le valli del Ticino, per tentare di innescare un rinnovato sviluppo delle nostre regioni periferiche?

Aron Piezzi, deputato PLR

Co-firmatari: Giacomo Garzoli e Alessandro Speziali