Richiesta di sostegno ai viticoltori per la perdita di guadagno
25 giugno 2020
La chiusura di bar e ristoranti, l’annullamento di diverse manifestazioni (tra cui diversi carnevali) e l’assenza di turismo nel primo semestre di quest’anno hanno penalizzato di molto il mercato del vino, con conseguente ripercussione negativa per le cantine e i produttori che non possono garantire il ritiro dell’intero raccolto della vendemmia 2020.
In sostanza il quantitativo di produzione per le uve rosse sarà ridotto da 1 chilogrammo al metro quadrato a 800 grammi e le cantine si impegnano a ritirarne 500 grammi. Sono ancora all’esame delle associazioni di categoria e del Cantone le diverse varianti su come utilizzare i 300 grammi rimanenti.
Tra le differenti opzioni si parla di distillazione per produrre alcool disinfettante, molto richiesto, come pure di produzione di succo e marmellata. È però molto probabile che il prezzo dell’uva per questi impieghi non possa essere quello applicato per le uve che sono utilizzate per la produzione di vino.
Si prospettano pertanto delle importanti perdite per i viticoltori. Va qui ricordato che un numero non indifferente di loro vive di viticoltura. Non vanno dimenticati anche coloro che, pur coltivando la vigna come attività accessoria, danno un grosso contributo alla salvaguardia e alla cura del nostro territorio.
Il rischio è che in troppi potrebbero perdere entusiasmo decidendo di abbandonare i vigneti e qualche segnale in questo senso e già stato manifestato. Le conseguenze negative per il nostro paesaggio e in generale per il Cantone sarebbero gravi. Qui pensiamo soprattutto alle zone di collina e le fasce pedemontane delle valli, che, se perdessero questo bene prezioso, vedrebbero, con buone probabilità, avanzare il bosco e l’incolto, con un impatto negativo anche sul turismo.
Al fine di assicurare ai viticoltori un reddito dignitoso per l’importante, appassionato e gravoso impegno che la coltivazione della vigna richiede, anche a livello finanziario (impianto, macchinari, prodotti fitosanitari, concimi, ecc.), si chiede quindi un sostegno finanziario concreto, da quantificare e definire dopo la vendemmia. Questo perché solo allora si potranno valutare le reali perdite. Non è infatti ancora stabilito il prezzo delle uve e non si sa ancora con certezza la quantità che le cantine effettivamente ritireranno. Un aiuto che permetterebbe di dare un po’ più di sicurezza e rinnovato entusiasmo a viticoltori che, negli ultimi anni, sono confrontati con la difficile situazione del vino sui mercati cantonali e federali.
La nostra richiesta va a pieno sostegno delle richieste di crediti per progetti di rilancio del settore vitivinicolo ticinese, in particolare agli interventi inviati dall'Interprofessione della vite e del vino ticinese (IVVT) al Consiglio di Stato nelle scorse settimane e rafforza la mozione 1498 presentata da Lorenzo Jelmini e cofirmatari lo scorso 20 aprile 2020
Aron Piezzi (PLR), Sem Genini (LEGA), Fabrizio Garbani-Nerini (PS) e Lorenzo Jelmini (PPD).